Foto: Oleg Mikhaylov / Shutterstock.com

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Diritti umani

La Federazione Russa ha presentato alla Corte europea dei diritti dell'uomo una risposta alla denuncia dei Testimoni di Geova circa il divieto delle loro persone giuridiche

Mosca,   Francia

Il 23 marzo 2018, Andrey Fedorov, Capo di Stato Maggiore del Commissario della Federazione Russa presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, ha inviato alla Corte di Strasburgo le osservazioni della Federazione Russa sulla denuncia n. 10188/17 "Centro Amministrativo dei Testimoni di Geova in Russia e Kalin c. Federazione Russa". La Corte europea esaminerà in via prioritaria questa denuncia.

Sebbene, in generale, gli autori del documento stiano cercando di giustificare la decisione della Corte Suprema della Federazione Russa di liquidare e vietare le attività del "Centro Amministrativo dei Testimoni di Geova in Russia", la risposta ufficiale delle autorità russe contiene una dichiarazione che dovrebbe servire da monito a tutte le forze dell'ordine in Russia contro la persecuzione illegale dei credenti. Pertanto, il paragrafo 91 del suddetto documento recita: "Le autorità della Federazione Russa sottolineano che la decisione della Corte Suprema della Federazione Russa del 20.04.2017 e la sentenza d'appello della Commissione d'Appello della Corte Suprema della Federazione Russa del 17.07.2017 non valutano la dottrina dei Testimoni di Geova, non contengono una restrizione o un divieto di praticare individualmente gli insegnamenti di cui sopra". Il paragrafo 90 spiega separatamente che la summenzionata decisione della Corte Suprema della Federazione Russa non limita il diritto costituzionale dei cittadini credenti di unirsi.

I Testimoni di Geova, a loro volta, hanno il diritto di preparare la loro risposta ai commenti delle autorità della Federazione Russa alla CEDU entro il 7 maggio 2018.

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